Ti è mai capitato di sentirti a disagio quando qualcuno si avvicina troppo mentre ti parla? Oppure di percepire una persona come distante e fredda, semplicemente perché mantiene troppa distanza?
Questi segnali, spesso inconsci, fanno parte della comunicazione prossemica, ovvero lo studio di come utilizziamo lo spazio nelle interazioni sociali.
Nel public speaking, la gestione dello spazio prossemico è un fattore decisamente curioso: può determinare se il tuo pubblico si sentirà coinvolto o distaccato, se trasmetterai sicurezza o insicurezza, se la tua presenza sul palco sarà forte e incisiva o anonima e poco efficace.
Ma cos’è la prossemica e perché è così importante nella comunicazione?
La prossemica è stata teorizzata dall’antropologo Edward Hall, che ha identificato diverse “distanze sociali” che regolano le nostre interazioni: queste distanze influenzano profondamente il modo in cui percepiamo e interpretiamo i messaggi di chi ci parla.
Nel public speaking, saper gestire la giusta distanza con il pubblico e l’ambiente circostante può giocare a tuo vantaggio (o svantaggio se non la usi bene!)
In questo articolo parleremo della prossemica nella comunicazione, del suo significato e di come puoi applicarla per migliorare la tua presenza scenica.
Se vuoi evitare di sembrare troppo distante o, al contrario, di invadere lo spazio del pubblico, continua a leggere: troverai consigli pratici e strategie per sfruttare al meglio la prossemica nel public speaking.
Prossemica, comunicazione e il ruolo dello spazio nel public speaking
Quando comunichiamo, non utilizziamo solo parole e tono di voce, ma anche lo spazio intorno a noi.
La prossemica della comunicazione, concetto introdotto dall’antropologo Edward Hall nel 1963, studia proprio il modo in cui gestiamo le distanze nelle interazioni sociali e come queste influenzano la percezione del nostro messaggio.
Hall ha individuato quattro categorie di distanza sociale, che variano a seconda del contesto e del livello di confidenza tra gli interlocutori:
- distanza intima (da 0 a 45 cm): è la zona più riservata, in cui accettiamo solo persone con cui abbiamo un legame stretto (familiari, partner, amici molto stretti). Invadere questa distanza con estranei può risultare sgradevole e generare disagio;
- distanza personale (da 45 cm a 1,2 metri): è la distanza tipica di una conversazione amichevole. Qui ci sentiamo a nostro agio con colleghi e conoscenti;
- distanza sociale (da 1,2 a 3,5 metri): questa è la distanza usata nelle relazioni formali, come incontri di lavoro o interazioni tra un relatore e un piccolo gruppo di persone;
- distanza pubblica (oltre 3,5 metri): è la distanza tipica delle conferenze, dei discorsi in pubblico o degli eventi in cui l’oratore si rivolge a una platea numerosa.
La psicologia ci insegna che ogni persona ha una percezione diversa di queste distanze, influenzata dalla cultura, dalla personalità e dal contesto.
Alcune culture, come quelle latine, tollerano una vicinanza maggiore nelle interazioni, mentre altre, come quelle nordiche, preferiscono più spazio personale.
Ma cosa significa tutto questo nel public speaking?
Significa che gestire correttamente la prossemica della comunicazione può fare una grande differenza nel modo in cui il pubblico percepisce il tuo discorso.
Posizionarti troppo lontano dalla platea può creare una barriera e renderti meno coinvolgente; avvicinarti eccessivamente può risultare invadente.
È dunque necessario un certo equilibrio.
Nel prossimo paragrafo vedremo cos’è il linguaggio prossemico e come puoi utilizzarlo per rafforzare la tua presenza scenica e migliorare la tua comunicazione.
Linguaggio prossemico: cos’è?
Il linguaggio prossemico, come abbiamo visto poc’anzi, è il modo in cui utilizziamo lo spazio e le distanze per comunicare, influenzando la percezione del nostro messaggio e il rapporto con gli altri.
Spesso sottovalutato, è un elemento molto importante della comunicazione non verbale, al pari della gestualità e del tono di voce.
Ma cosa significa prossemica nel dettaglio?
La definizione di prossemica è “lo studio di come la gestione dello spazio influenza la comunicazione tra gli individui“.
Nella pratica?
Ogni movimento, ogni posizione che scegliamo di assumere durante una conversazione o un discorso ha un impatto diretto su come il nostro messaggio viene percepito dall’interlocutore.
Facciamo qualche esempio di prossemica nella vita quotidiana:
- se qualcuno si avvicina troppo mentre ti parla, potresti sentirti a disagio perché sta invadendo la tua distanza personale;
- se, al contrario, un interlocutore rimane troppo distante, potresti percepirlo come freddo o distaccato;
- in un colloquio di lavoro, il candidato che si siede troppo lontano dalla scrivania potrebbe trasmettere insicurezza, mentre chi si avvicina troppo potrebbe risultare invadente.
Nel public speaking, il linguaggio prossemico ha un forte peso.
Un oratore che si nasconde dietro un leggio o che rimane fermo in un angolo del palco rischia di sembrare poco coinvolgente.
Al contrario, un relatore che sa muoversi nello spazio in modo strategico, mantenendo il giusto equilibrio tra vicinanza e distanza, trasmette sicurezza e crea un rapporto più diretto con il pubblico.
Un consiglio? Evita barriere prossemiche, come un podio o un tavolo tra te e il pubblico. Questo permette di stabilire una connessione più forte con chi ti ascolta.
Attenzione però a non invadere lo spazio prossemico degli spettatori, specialmente la loro zona intima (circa 45 cm), per non creare disagio.
Comunicazione prossemica e public speaking: come e perché può aiutarti a essere un oratore migliore?
In questo articolo abbiamo parlato della prossemica e visto brevemente come questa influisce nel public speaking.
Quello che hai letto è ovviamente solo la punta dell’iceberg.
Se il tema ti piace potresti trovare molto interessanti i miei corsi di public speaking come Public Speaking Top.
Ti lascio un assaggio di alcune strategie che insegno agli studenti in aula:
- liberati da ostacoli visivi: se puoi, evita di parlare dietro un tavolo o un podio. Essere visibile interamente trasmette maggiore fiducia e autenticità;
- usa lo spazio con criterio: muoviti sul palco per sottolineare i concetti chiave, ma evita di camminare nervosamente senza una direzione precisa;
- avvicinati al pubblico con naturalezza: creare momenti di vicinanza (senza invadere lo spazio personale) aiuta a rendere il tuo discorso più coinvolgente e intimo;
- gestisci la distanza in base al contesto: se parli a un piccolo gruppo, puoi permetterti un approccio più ravvicinato. Se hai una platea numerosa, dovrai amplificare i tuoi gesti e movimenti per mantenere l’attenzione alta;
- rispetta la zona intima: non avvicinarti troppo a chi ti ascolta, soprattutto se non conosci il pubblico. Mantenere la giusta distanza eviterà di creare disagio negli spettatori.
Molte persone che partecipano ai miei corsi iniziano con la convinzione che parlare bene in pubblico sia solo una questione di contenuti e parole.
Ma poi scoprono che il linguaggio prossemico, la postura, il movimento e l’uso dello spazio possono fare una differenza enorme nella percezione che il pubblico ha di loro.
Nel mio corso Public Speaking Top, lavoriamo su tutti questi aspetti con esercitazioni pratiche che ti aiutano a:
- superare la paura di parlare in pubblico e trasmettere sicurezza;
- usare il linguaggio del corpo e lo spazio per rendere il tuo messaggio più chiaro e coinvolgente;
- evitare errori comuni nella gestione dello spazio prossemico;
- acquisire una presenza scenica più forte e naturale;
- migliorare la tua comunicazione e la tua capacità di catturare l’attenzione del pubblico;
- e molto, molto altro ancora.
Questo, lo avrai forse intuito, non è un corso teorico con spiegazioni accademiche e concetti astratti.
È un percorso pratico e personalizzato, in cui lavoriamo insieme per farti ottenere risultati concreti (ecco perché le aule contano non più di 15 partecipanti).
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